Transizione 5.0 e il settore pubblico: opportunità e sfide per la digitalizzazione della pubblica amministrazione

Transizione 5.0 nel settore pubblico: PA digitale più efficiente, risparmi energetici misurabili e pieno allineamento al PNRR

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La Transizione 5.0 offre al settore pubblico opportunità indirette rilevanti per accelerare la digitalizzazione, l’efficienza energetica e l’allineamento al PNRR, pur essendo un credito d’imposta pensato direttamente per le imprese e non per le amministrazioni pubbliche, con sinergie operative tramite appalti, partenariati e requisiti tecnici nei capitolati di gara che intercettano fornitori agevolati 5.0.

Cos’è la Transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0 è un credito d’imposta finanziato con risorse PNRR per investimenti che coniugano trasformazione digitale ed efficientamento energetico, evoluzione “green-digital” del precedente paradigma 4.0 con dotazione pari a 6,3 miliardi nel biennio 2024-2025.

Possono accedere al beneficio tutte le imprese residenti o stabili organizzazioni in Italia, a prescindere da settore e dimensione, con esclusione dei soggetti in procedure concorsuali o non in regola con sicurezza e contributi, e non include direttamente le pubbliche amministrazioni come beneficiarie del credito.

Gli investimenti ammissibili comprendono beni materiali e immateriali 4.0, sistemi per autoproduzione da rinnovabili per l’autoconsumo e attività di formazione su tecnologie rilevanti, con progetti avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 secondo la disciplina vigente e i successivi affinamenti della Legge di Bilancio 2025.

Come il settore pubblico può beneficiarne

Pur non potendo fruire del credito d’imposta, la PA può ottenere vantaggi indiretti integrando nei bandi e nei capitolati requisiti tecnici coerenti con tecnologie e risultati 5.0, favorendo offerte di imprese che recuperano parte dei costi via agevolazione e potenzialmente trasferiscono efficienze su prezzo e tempi.

Questa leva consente di accelerare progetti di modernizzazione di servizi digitali, infrastrutture e processi, intercettando il mercato di fornitori già allineati a KPI energetici misurabili come risparmi in TEP e miglioramenti prestazionali certificabili lungo la fornitura.

La PA può inoltre creare percorsi di partenariato con imprese per progetti pilota e pre-commerciali in ambiti di innovazione, sfruttando la capacità di investimento privato agevolato 5.0 per ridurre rischi e tempi di adozione di soluzioni digitali ad alta efficienza.

Sinergie con PNRR e PA digitale 2026

La piattaforma PA digitale 2026 è il punto unico di accesso agli avvisi PNRR dedicati alle amministrazioni, con procedure semplificate per candidatura, gestione e rendicontazione, permettendo di finanziare migrazioni cloud, interoperabilità, servizi digitali e sicurezza.

Il Polo Strategico Nazionale e le misure su infrastrutture digitali abilitano migrazioni verso cloud qualificato, con benefici in resilienza, sicurezza, interoperabilità e risparmio energetico tramite dismissione di data center obsoleti, in linea con obiettivi di sostenibilità.

L’allineamento con il Piano Triennale per l’informatica nella PA garantisce coerenza architetturale, riuso e standard, massimizzando l’impatto di progetti che combinano finanziamenti PNRR per la PA con soluzioni di mercato abilitate dagli incentivi 5.0 per le imprese fornitrici.

Use case per la PA

    • Cloud migration e razionalizzazione data center: gara con requisiti su cloud qualificato, efficienza energetica e KPI di consumo, con fornitori che impiegano beni 4.0 e piattaforme ottimizzate in grado di rientrare nella logica 5.0 dal lato impresa.
    • Servizi digitali cittadini e interoperabilità: implementazione di nuovi servizi digitali su PSN con requisiti di performance e sicurezza, beneficiando indirettamente di innovazioni di imprese che investono in tecnologie eleggibili 5.0.
    • Efficienza energetica degli ambienti ICT: rinnovamento postazioni, edge e micro-dc con soluzioni efficienti e monitorate, mentre i fornitori possono valorizzare il credito d’imposta su componenti e sistemi in ambito 4.0 e rinnovabili per autoconsumo.
    • Formazione del personale e change management: tra i costi ammissibili 5.0 lato impresa rientrano anche attività formative su tecnologie rilevanti, che possono essere incluse come deliverable di progetto per il personale PA.

Step operativi per le PA

    • Mappa fabbisogni e KPI: collegare obiettivi di servizio e compliance con target energetici e digitali misurabili, prevedendo baseline e metriche di risparmio in capitolato.
    • Progetta capitolati “5.0-ready”: specificare requisiti su tecnologie 4.0, monitoraggio energetico, sicurezza ed interoperabilità, lasciando alle imprese la facoltà di valorizzare il credito d’imposta.
    • Sfrutta gli avvisi PA digitale 2026: identificare finestre di finanziamento per migrazione cloud, servizi digitali e interoperabilità, coordinando tempi PNRR con tempi di progetto.
    • Governance e rendicontazione: presidiare milestone ed evidenze di performance, coordinando audit e reportistica per conformità PNRR e controlli interni.
    • Roadmap coerente con Piano Triennale: allineare stack, standard e riuso per evitare lock-in e favorire interoperabilità e sostenibilità nel lungo periodo.

Sfide, rischi e compliance

Le principali criticità sono la complessità attuativa e le tempistiche strette del credito 5.0, con necessità di coordinare certificazioni, misurazioni energetiche e rendicontazione entro le scadenze del 2025 e rendiconti PNRR, che hanno richiesto semplificazioni normative in corso d’opera.

Le PA devono garantire controllo su requisiti di eleggibilità dei fornitori e correttezza dei processi, evitando dipendenze da benefici non spettanti alle amministrazioni e verificando l’aderenza dei progetti agli avvisi PNRR e agli standard nazionali.

Resta fondamentale una pianificazione integrata che minimizzi rischi di slittamento ed ottimizzi l’uso delle risorse, con governance forte su qualità, sicurezza, interoperabilità e performance energetiche attese.


FAQ

Domanda: Le PA possono accedere direttamente al credito d’imposta 5.0?

Risposta: No, il credito è destinato alle imprese residenti o stabili organizzazioni in Italia; le amministrazioni pubbliche non rientrano tra i beneficiari diretti, ma possono beneficiare indirettamente tramite forniture e bandi che intercettano imprese agevolate.

Domanda: Quali sono gli investimenti eleggibili per le imprese fornitrici?

Risposta: Beni materiali e immateriali 4.0, sistemi per autoproduzione da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo e attività formative su tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica.

Domanda: Quali scadenze bisogna considerare nella pianificazione dei progetti?

Risposta: I progetti devono essere avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 ai fini della disciplina 5.0, coordinando tempi e rendicontazione con le milestone PNRR per la PA.

Domanda: Quali strumenti ha la PA per finanziare la propria trasformazione digitale?

Risposta: La PA può utilizzare gli avvisi e le misure della piattaforma PA digitale 2026 per cloud, interoperabilità e servizi digitali, nel quadro di Italia Digitale 2026 e del Piano Triennale per l’informatica nella PA.

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