Situazione occupazionale: l’andamento
È uscito il mensile della Bussola di Veneto Lavoro di marzo 2023, con le consuete analisi riguardo la situazione occupazionale sul territorio regionale.
Da notare, in prima battuta, coma prosegua il momento positivo del mercato del lavoro in Veneto, che nel mese di febbraio registra un aumento di 12 mila posti di lavoro dipendente e una crescita delle assunzioni del 9% rispetto al 2022, raggiungendo livelli che non si registravano dal periodo precedente la crisi dovuta alle conseguenze del diffondersi della pandemia da Covid. Le assunzioni sono state complessivamente 45.900, con una crescita del 9% rispetto al 2022 e del 10% rispetto al 2019.
Secondo le analisi dei dati effettuate da Veneto Lavoro, in particolare, nell’ultimo mese si è osservata la ripresa del lavoro con tipologia contrattuale a tempo determinato, dopo diversi mesi di flessione negativa, con un aumento di 8.700 contratti a termine. Prosegue d’altra parte anche la crescita del lavoro stabile, con 4.000 posti di lavoro a tempo indeterminato in più; da considerare all’interno di questo dato anche le trasformazioni a tempo indeterminato di contratti a termine.
Rimane stabile l’andamento relativo alla stipula di contratti di apprendistato, che registra una situazione sostanzialmente di pareggio, in cui un leggero calo relativo alle assunzioni è compensato dall’effetto dell’aumento delle qualificazioni verso il tempo indeterminato.
Particolare interesse suscita il deciso aumento delle posizioni a tempo parziale: quasi una posizione su tre è infatti riconducibile ad un’assunzione part time, con un aumento del 10% rispetto al 2022. Come storicamente rilevato, l’incidenza del part time rispetto al totale delle assunzioni è significativamente maggiore per le lavoratrici donne rispetto ai lavoratori uomini.
Situazione occupazionale: i settori coinvolti
Il saldo della situazione occupazionale è positivo in tutti i territori. Un terzo dei nuovi posti di lavoro è concentrato nel veneziano (+4.100), dove anche le assunzioni segnano una forte crescita rispetto a febbraio 2022 (+33%). A seguire Verona (+3.000 posti di lavoro e +6% delle assunzioni) e Padova (+2.100 e +4%), mentre variazioni più contenute si registrano nelle altre province venete, con una crescita dei posti di lavoro che oscilla dalle poche centinaia di Belluno alle +1.400 di Treviso.
Nonostante saldi occupazionali generalmente positivi, l’analisi settoriale relativa ai primi due mesi dell’anno evidenzia una flessione della domanda di lavoro in agricoltura (-1,1%) e nell’industria (-3,9%), sulla quale pesa l’andamento particolarmente negativo del metalmeccanico (-5%), dell’industria chimica-plastica (-19%) e di alcuni comparti del Made in Italy (in particolare concia, legno-arredo e calzature).
Turismo e cultura invece rappresentano i settori che trainano il comparto dei servizi, registrando una crescita delle assunzioni del 16%. Nello specifico, i servizi turistici segnano un +34% mentre nel comparto dell’editoria e della cultura il reclutamento di figure legate alla produzione cinematografica ha determinato un deciso rialzo delle assunzioni, passate dalle poche centinaia degli anni precedenti alle 3.500 del bimestre appena concluso.
Anche sul fronte economico, ad un anno esatto dall’inizio del conflitto in Ucraina e a tre anni dall’avvio della pandemia, le prospettive sono meno cupe di qualche mese fa: nel biennio 2021-2022 Italia e Veneto hanno vissuto una ripresa sostenuta, con indici di molto positivi. Dopo una crescita stimata del +4,2% nel 2022, il PIL regionale dovrebbe mantenersi in positivo anche in questo 2023, con previsioni attestate sul +0,4%, in linea con il dato medio nazionale.
Consulmarc Sviluppo srl trova riscontro rispetto ai dati emersi nel monitoraggio sulla situazione occupazionale nelle proprie attività di Ricerca e Selezione per le aziende del territorio; si nota infatti un significativo aumento riguardo le posizioni aperte per lavoratori di ambito tecnico che corrispondono a profili particolarmente skillati e dotati di competenze specifiche e di difficile reperimento nel mercato del lavoro.